Origine del nome delle versioni

Come molti software, anche SmartTomo è caratterizzato da molti aggiornamenti che sono individuati da un numero composto dall’anno di rilascio e dal identificativo dell’aggiornamento all’interno di quello specifico anno. Oltre all’identificativo numerico ogni rilascio annuale è accompagnato anche da un nome, precisamente un toponimo.
I nomi delle versioni rappresentano una dedica ai luoghi in cui SmartTomo è stato sviluppato. Infatti, molta parte delle procedure matematiche e del codice sono state sviluppate nell’atmosfera “hygge” di un paesino di montagna nell’alta Val Tanaro nel cuore delle Alpi Liguri.

SmartTomo 2018 – Monte Bertrand

La versione del 2018 di SmartTomo è dedicata al Monte Bertrand (m. 2480). Il monte rappresenta la vetta più alta del comune di Briga Alta ed è posto al confine tra l’Italia e la Francia. La foto è stata scattata in autunno dopo la prima nevicata della stagione.

SmartTomo 2019 – Gola delle Fascette

La Gola o Passo delle Fascette, a cui è dedicata la versione 2019, è uno stretto canyon scavato nella roccia calcarea da uno dei torrenti che più a valle formeranno il fiume Tanaro. La strada che si vede nella foto è scavata nella roccia in una parete rocciosa a strapiombo e permette di raggiungere facilmente Upega.

SmartTomo 2020 – Garb d’la Fus

Il Garb d’la Fus è una grotta da cui emerge la circolazione idrica sotterranea proveniente dal massiccio del Marguarais attraverso il complesso carsico di Piaggia Bella. Durante il disgelo e dopo le piogge più intense la portata aumenta formando una impetuosa cascata. Questo spettacolo può essere ammirato dalla strada della Gola delle Fascette.

SmartTomo 2022 – Poggio Lagone

SmartTomo 2022 spalshscreen

Il Poggio Lagone è una conca nel Bosco delle Navette che ospita uno dei rari laghi della zona. Infatti le rocce carsiche della zona riducono al minimo la circolazione idrica superficiale rendendo rari i laghi di alta montagna in tutta l’area. Il lago con i primi freddi ghiaccia e crea un contrasto di colore con i larici ancora gialli. Nel ghiaccio spesso si possono osservare, intrappolate, le bolle di gas derivato dalla decomposizione dei materiali organici depositati sul fondo.
Si ringrazia il fotografo naturalista Gabriele Cristiani per la foto.